Miniere in disuso, muschi pieni di vita e luci di Natale
awe: a feeling of great respect sometimes mixed with fear or surprise
Considero il momento ‘awe’ quello in cui guardi qualcosa e ti coglie lo stupore, la meraviglia, un senso di ammirazione e pienezza che ti cambia il respiro e ti fa sentire che, in quel momento, in quel posto, tutto ha un senso.
La prima volta che ho sentito parlare dell’effetto ‘awe’ è stato durante un corso di Deb Dana sulla Teoria Polivagale. Sul momento ho pensato che fosse un po’ naïve e banale come risorsa funzionale al benessere. Poi ho pensato a come mi sento mentre guardo il panorama da casa mia e mi sono resa conto che è invece qualcosa semplicemente fondamentale, non solo una sensazione piacevole, e che ho fisicamente bisogno di momenti ‘awe’, che quando non li trovo i luoghi mi diventano freddi, faticosi, ostili.
Così ora cerco questi momenti in modo tale da sperimentare questo ‘awe’ il più possibile, anche se si nasconde e devo ancora trovarlo. La natura e l’arte offrono ottime occasioni di meraviglia, anche facili da condividere.
Qualche giorno fa ho fatto una gita a Montecatini Val di Cecina, un borgo medioevale nella provincia di Pisa che ha ospitato nel XIX secolo la miniera di rame più grande d’Europa, da cui ebbe origine una delle maggiori industrie del XX secolo, la Montedison. I dintorni di questo bel borgo offrono un bel po’ di passeggiate, compresi i dintorni della ex miniera, tra sentieri verdi nel bosco, sassi rossastri e vene di alabastro che nelle giornate di sole si esprimono al meglio.
C’è anche una diga in muratura in mezzo al bosco, la diga del Muraglione, costruita per la miniera e mai utilizzata. Davanti alla diga c’è una panchina, così quando ti inerpichi su per il sentiero e la raggiungi ti puoi sedere e guardare quest’opera del 1800, imponente e recentemente ristrutturata. Poco più in su, il parco eolico domina il paesaggio. Un albero ricoperto di muschio verde attira la mia attenzione, perché il muschio è fittissimo e ricopre tutto il tronco con un manicotto verde brillante pieno di funghi. I più grandi sono alti 2-3 centimetri, per il resto sono microscopici, perfettamente definiti, buffi. Sembrano un paesino anche loro, di creature fantastiche e mi sento un po’ Gulliver, troppo grande per entrare in quel mondo. Lo fotografo per fissarlo e portarlo con me, prima però lo guardo incantata e un po’ mi ci perdo, perché dopo dighe imponenti e pale eoliche, un qualcosa di così piccolo e di così vivo mi incanta e mi fa sorridere. AWE.
È una sensazione fisica, difficile da programmare, unica.
Puoi condividerla con persone empatiche che riconoscono il tuo stato d’animo, non è detto che sentano quello che senti tu, va bene così, ognuno ha i suoi ‘awe’.
L’empatia permetterà a chi ti sta vicino di conoscere quello che stai provando, perché in qualche momento, e forse nel tuo stesso ma non è dato saperlo, ha provato la stessa sensazione e la riconosce in te. Empatia come conoscere e riconoscere, una vicinanza intima che non è un “forte sentire”, o provare le stesse emozioni. Citando Giacomo Rizzolatti, l’empatia non ha che fare con la bontà: le persone sadiche sono molto empatiche. L’empatia è una capacità di riconoscere lo stato di una persona, e apre la possibilità di agire di conseguenza: ti permette di entrare nel suo spazio, non perché hai vissuto gli stessi suoi eventi (ché in sé non sono determinanti e possono essere vissuti in mille modi diversi) ma perché, pur venendo da un’esperienza diversa, ne riconosci gli effetti. Meravigliosa empatia che apre agli altri senza dover diventare gli altri.
Io vivo il momento ‘awe’ come una pausa piena di senso. Non è l’emozione travolgente e inquietante da sindrome di Stendhal, non è soddisfazione e compiacimento per qualcosa di ben fatto, non è ‘wow’. È senza parole, un momento pacato che ti sposta il respiro. Qualcosa di esterno a te, così grande o così piccolo che ti ci perdi, oltre la tua dimensione: le montagne all’orizzonte, un panorama con borghi o animali al pascolo, le foglie arancione fuoco degli aceri in autunno… questi sono alcuni dei miei momenti.
Le luci di Natale possono essere awe ed è un po’ magico perdersi in questo mare di lucine che sembra perfino diano calore e scaldino le giornate buie così presto. Mi piace perdermi nelle luci di Natale quando mi stupiscono. Meraviglia. ?