Conoscete la favola “La volpe e l’uva” di Esopo? È uno dei ricordi più vivi della mia infanzia, l’ho imparata attraverso il racconto dei miei nonni e, devo dire, mi è sempre un po’ dispiaciuto per la volpe: povera piccola, desiderava l’uva e non riusciva ad ottenerla nonostante tutti gli sforzi messi in atto, perché anche riempirla di insulti se si inventava una giustificazione al suo fallimento?
Penso che sia venuto il momento di permettere alla volpe di desiderare l’uva senza subire la frustrazione del fallimento: essere “desideranti” significa darsi la possibilità di puntare a qualcosa e al suo contrario, in assoluta libertà, perché il desiderio non necessita di essere esaudito.
Al contrario del bisogno, che è una mancanza che va colmata perché ne va della nostra sicurezza o addirittura della nostra sopravvivenza, il desiderio non è importante che venga esaudito: è una dimensione possibile che io mi prefiguro: posso desiderare una cosa e il suo opposto, finché non metto in atto azioni specifiche rimane tutto possibile, bellissimo.
Penso sia importante essere consapevoli della differenza tra bisogno e desiderio e di questo posso solo ringraziare Massimo Bruscaglioni e l’approccio Empowerment da lui sviluppato. Considero il workshop residenziale fatto con il Prof. Bruscaglioni uno dei momenti più importanti della mia persona, e non scherzo.