In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare. (Henri Laborit)
AMARILLO… già il nome della città è irresistibile. Ci trovi poi la steakhouse The Big Texan : locale gigantesco, affollato, carne buonissima. Bistecche enormi e tonnellate di verdure a contorno, sbafate con noncuranza da ragazzini e anziani, io con il mio cubo di controfiletto da 300gr sembravo quella a dieta.
Davanti alla cucina a vista, un tavolo ospita chi accetta la sfida: mangiare in 1 ora una serie di portate tra cui una bistecca da 2kg. La performance è sotto gli occhi di tutti… ce la farà? Se ci riesce, non paga la cena e il suo nome finisce nella Hall of Fame.
La sfida è impegnativa e inizia con grande clamore: presentazione, applausi dai tavoli e via al cronometro.
Guardo il ragazzetto che taglia e ingurgita bistecca, ogni tanto qualcuno gli si avvicina, scambia qualche parola, gli dà un po’ di supporto, credo… Finisce il tempo, sfida persa. Che cosa succede? Lo sfidante lascia il tavolo tra gli applausi, abbracci e foto con i parenti.
Una celebrazione della sfida… a prescindere dal risultato. E questo sì mi ha colpito.
Perché non riesco a immaginare una situazione simile in Italia, ad esempio, dove mi prefiguro facilmente un perdente sbeffeggiato e spernacchiato, ben che vada consolato, comunque imbarazzato per il fallimento. Altro che foto con i parenti tra gli applausi della sala.
La celebrazione anche solo dell’averci provato… wow.
ALAMO: un luogo storico che sa di Far West. Tra i resti di questa missione spagnola ho imparato che i cavalli sono stati portati negli Stati Uniti dagli europei.
No, non c’erano prima, sono arrivati nel 1500, con gli spagnoli. Spagnoli che prima hanno provato peraltro a portare i cammelli, animali resistenti, utili per coprire grandi distanze, forse. Primo tentativo fallito, i cammelli non si sono ambientati bene.
Allora hanno provato con i cavalli, ne hanno portati qualche centinaio in nave.
Più facili da gestire, sembra anche meno puzzolenti, i cavalli si sono ambientati bene, si sono diffusi e moltiplicati in fretta. Sono anche scappati, o sono stati abbandonati, si sono inselvatichiti, sono diventati Mustang e finalmente comincia la storia come la sapevo prima.
Penso ai cowboy a cammello e mi si rivoluziona tutto un immaginario western. John Wayne a cammello... oh.
SPAZI INFINITI. La prima cosa che mi ha colpito: spazi infiniti, oltre qualunque vista, e deserti. A parte le mucche. Distese di terra piatta, a perdita d’occhio. Ore e ore di macchina senza incrociare uno sguardo umano. Nessuno in giro, neanche intorno alle poche case e agli sterminati ranch.
Attraversare uno Stato immenso come il Texas scegliendo solo strade statali e secondarie è una scelta azzeccata per vedere davvero quel territorio nella sua grandiosità e silenzio. Deserto, a suo modo. A parte le mucche.
Le soste nei diner (tavola calda) servono per mangiare qualcosa e anche per vedere persone vive con cui scambiarsi un saluto. Per far un po’ svaporare quella sensazione accumulata di scenario da “c’è stata la fine del mondo e nessuno ci ha avvisato”.
Guardando una casa in mezzo al nulla, con vialetto di ingresso diretto sulla statale, affacciata a miglia e miglia di terreno, completamente esposta al sole e al vento, con due sedie a dondolo nel porticato … pensavo…
Se fossi nata qui… scappavo subito o restavo piantata come un asparago a guardare l’orizzonte sitting on the front porch? (pensiero 1)
Avere un’arma in casa qui non sembra tanto fuori luogo… (pensiero 2)
ARTE “PRE-COLOMBIANA”. Questo è un vaso Maya. L’ho incontrato al Kimbell Art Museum a Forth Worth.
Sono rimasta inchiodata davanti alla teca per un po’.
L’illustrazione mi sembra così attuale, eppure appartiene ad una civiltà così antica. Mi stupisce tutto: l’espressività, il dettaglio nel racconto, fisionomie che sono più pronta a trovare su un numero di Linus che in una teca di un museo.
L’ho fotografato per ricordarmi che non era un’allucinazione.
Per ora è tutto dal Lone Star State… un posto che lascia il segno. E lascia anche ben impressa la forma… è presente e comunicata dappertutto, anche nei modi più impensati. In un Motel c’era la macchina per farsi i waffles (❤️) … a forma di Texas.