Le radici vissute come necessarie, sono un limite al volo
Questo mese mi invita a condividere un libro che ho amato, “Origini” di Amin Maalouf, una saga famigliare che attraversa i continenti, il tempo e l’umana capacità di farsi carico della storia della propria famiglia.
Riporto qui l’introduzione al libro. L’ho ascoltata anni fa all’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2016 dell’Università di Bologna, dall’intervento della Prof. Roberta De Monticelli a cui sono davvero grata per avermi incuriosito e portato a conoscere questo autore.
Testo tratto dal libro “Amin Maalouf, Origini, La Nave di Teseo, 2016”
La parola “radici” non mi piace, e ancora meno amo l’immagine che evoca. Le radici affondano nel suolo, si contorcono nel fango e si sviluppano nelle tenebre. Trattengono l’albero prigioniero da quando nasce e lo nutrono in virtù di un ricatto: “Se ti liberi, muori.”
Gli alberi si devono rassegnare, hanno bisogno delle radici: gli uomini, no. Noi respiriamo la luce, aspiriamo al cielo e, quando veniamo ficcati sotto terra, è per marcire. La linfa del suolo natale non risale dai piedi alla testa; i piedi servono solo per camminare. A noi importa solamente delle strade: sono le strade che ci guidano – dalla povertà alla ricchezza, oppure a un’altra povertà; dalla schiavitù alla libertà, o alla morte violenta. Promettono, ci portano, ci spingono, poi ci abbandonano. E allora stramazziamo morti, come siamo nati, sul ciglio di una strada che non abbiamo scelto.
Le radici vissute come necessarie, sono un limite al volo. Se penso alle mie radici come alla cultura in cui sono cresciuta e che quotidianamente respiro, allora voglio le mie radici nel cielo, a farmi vedere i punti di contatto e di differenza in alto, chiari e limpidi. Le persone della mia vita trascorsa diventano una costellazione, stelle guida a volte coperte da nuvole.
Tre anni fa ho fatto un video disegnando una mappa di quello che erano le mie origini, i miei studi, il mio lavoro… e i desideri per il futuro al 2023.
Il video è presente nella pagina “chi sono” del mio sito ed è felicemente invecchiato: dei progetti futuri ho portato a compimento i due a cui tenevo di più, diventare Facilitatrice e, soprattutto, Visual Coach. Rimane aperta una soddisfazione che mi piacerebbe raggiungere, collaborare ad un libro sui temi che mi piacciono. Il desiderio è vivo.
In questa mappa, che ho fatto nel 2019 pensando ad un futuro 2023 e che ora voglio riprendere e rinnovare, le origini sono in alto, nella fronda dell’albero. E io, appoggiata all’albero, guardo il passato e il presente. Il futuro è alle spalle, pronto a diventare presente nella forma circolare del tempo.
Nella prossima mappa non ci sarà un albero, ci sarà una nuova forma visuale, ci sto lavorando.