“Ho bisogno di respiro” ci si dice, per riprendersi i tempi e gli spazi necessari al benessere personale e alla salute vera e propria. Dedico queste giornate ventose di gennaio a qualche riflessione sul respiro, anche in virtù del fatto che da un po’ di tempo gli dedico attenzione e cura.
Al riguardo, mi è venuta in mente una signora che conoscevo, aveva una lavasecco vicino al mio ufficio e c’era spesso l’occasione per scambiare due chiacchiere, mentre riponeva con cura i capi lavati e stirati in strati fruscianti di velina. Un giorno sono andata nel suo negozio e lei non c’era, ho scoperto così che aveva ceduto l’attività. Mi è dispiaciuto non averla potuta salutare, ammetto che ci sono rimasta male per questo svanire nel nulla di una conoscenza che era entrata nella mia routine famigliare, e ho anche cambiato lavasecco, un po’ per stizza, un po’ perché in effetti la nuova titolare mi ha massacrato una giacca.
La signora, dicevo, un giorno mi raccontò che stava frequentando un corso di Yoga e di quanto fosse essere rimasta male nello scoprire, all’età di 50 anni suonati, che per tutta la sua vita aveva respirato “al contrario”, parole sue. Si impara sempre, diceva.
Non so che tipo di Yoga facesse lei, io ho praticato Yoga Kundalini per qualche anno. Mi piaceva molto vibrare i mantra, mi piaceva di meno tenere per tempi infiniti una posizione o un movimento, e anche con la respirazione non è andato tutto subito liscio. All’inizio alcuni esercizi mi alimentavano ansia e tachicardia e annaspavo nel mio respiro, perdevo il ritmo, boccheggiavo, mi sentivo insicura e inadeguata.
Ho realizzato solo in seguito che il controllo del respiro accendeva una sinfonia di allarmi nel mio corpo che mi diceva “ti stai ammazzando”, e che, in quello stato, il mio insistere e sentirmi incapace aggiungeva voci alla sinfonia. Ora penso che gestire il respiro sia molto gratificante, penso anche che esercizi con un impatto significativo sul respiro naturale richiedano una parte preparatoria che spesso viene trascurata. Come il riscaldamento prima dell’allenamento sportivo.
Davvero si impara sempre, come diceva la signora del lavasecco. Io ho scoperto ad esempio, come lei a 50 anni passati, che una respirazione fatta bene si fa (solo) con il naso e, soprattutto, ho imparato qual è il posto della lingua. La lingua in bocca, intendo, quando non lavora, quando è a riposo, dove sta? La lingua a riposo sta accomodata nel palato. A me non l’hanno mai detto, e invece questo banale posizionamento influisce su tantissimi aspetti a livello faccia-denti-naso tra cui, ad esempio, la respirazione nasale.
Per chi volesse esplorare l’argomento, consiglio questo libro:
Patrick McKEOWN
OXYGEN – IL POTERE DEL RESPIRO per dimagrire, aumentare l’energia, migliorare la performance, calmare l’ansia
Sperling & Kupfer
Questo testo va anche molto oltre la respirazione, verso l’allenamento vero e proprio con la simulazione ad alta quota. Io ne adotto, e ne uso nella mia attività di coach, alcune pratiche, quelle di base adatte a tutte le età e abitudini. Sono molti infatti nel testo i riferimenti che si integrano con il percorso polivagale e la gestione dell’ansia, dalla iper-ventilazione cronica ai recettori con sistema di allarme integrato (quelli che ad esempio si accendevano in orchestra durante i miei primi esperimenti Yoga).
Ripenso a tanti momenti in cui un’azione così di base come respirare mi ha aiutato, anche gestita in modo inconsapevole, e mi viene in mente quando non mi passava il singhiozzo neanche se trattenevo il fiato fino a diventare blu. Come dice una qualunque ricerca sul web alla voce singhiozzo: “Ippocrate consigliava un metodo che tutt’ora è quello più usato ed efficace per far passare il singhiozzo: inspirare profondamente e restare in apnea per 10-25 secondi, il che fa rilassare il diaframma”. Forse però ai tempi di Ippocrate sapevano che il respiro profondo non è quello in cui ti riempi di aria gonfiandoti come una rana, e respiravano correttamente, usando il diaframma. Io gonfiavo la parte alta del torace… e mi tenevo il singhiozzo.
Breathe (breathe in the air)
Breathe, breathe in the air
Don’t be afraid to care
Leave but don’t leave me
Look around, choose your own groundFor long you live and high you fly
And smiles you’ll give and tears you’ll cry
And all you touch and all you see
Is all your life will ever be
The Dark Side of the Moon – Harvest Records, 1973