Siamo persone complesse e flessibili, e non ce ne accorgiamo.
Quanto ci piacciono le linee rette? Tantissimo. Ci parlano di ordine, linearità, prevedibilità, forse.
Non a caso la linea temporale, una delle coordinate di base del linguaggio visuale, è un segno che in qualche modo tranquillizza.
Se quello che devi fare ti mette ansia, metti tutto in fila sulla linea temporale e ti sentirai meglio.
Questo per due principali motivi: vedi che, per quanto tante, le cose da fare non sono infinite; vedi anche che le puoi fare una alla volta, in sequenza, senza cadere nel mito del multitasking che tante vittime ha già mietuto e non occorre che tu sia la prossima.
E se metti gli eventi della tua vita lavorativa in fila, che immagine salta fuori?
Metterli in fila sulla linea del tempo ti può dire qualcosa, ad esempio puoi identificare i periodi più densi e quelli più vuoti di eventi.
Servono però almeno due variabili per ricavare un punto di vista che si possa definire tale: aggiungiamo la tua percezione di maggiore o minore successo e vediamo che cosa succede.
INIZIAMO!
Tempo indicativo per fare l’esercizio: 10 min. circa
1. TRACCIA UNA LINEA TEMPORALE
Disegna una linea temporale che inizia quando hai iniziato a lavorare e arriva a oggi.
Dividila in anni in modo regolare e scrivi i numeri. Questa potrebbe essere la linea temporale che ottieni:
2. DISEGNA I TUOI ALTI E BASSI
Considerando la linea temporale orizzontale come fosse una pianura, inizia a disegnare, a sentimento, gli alti e bassi della tua carriera lavorativa. La valutazione è tua perché è tua la percezione di successo o meno. Non pensare a dare il valore giusto, legittimo, disegna quello che senti tu.
Il disegno vedrà crearsi degli altri (vette più o meno alte di montagne) e dei bassi (dirupi più o meno profondi al di sotto del terreno).
Assegna un nome ai picchi e ai dirupi, mettendo loro vicino un’etichetta che li contestualizzi.
Otterrai una mappa così:
3. GUARDA LA MAPPA
Guarda e apprezza la tua mappa. Può essere molto piena, o quasi vuota, va bene comunque.
Quello che puoi notare è la presenza di alti e bassi. Sì, lo so che non sono una novità, sapevi anche prima che hai avuto alti e bassi nella tua storia lavorativa, ma vederli disegnati ti può dare qualche informazione in più.
Ad esempio puoi notare che non c’è un andamento lineare, ci sono momenti di buona e altri di magra, e si susseguono in modo più o meno regolare perché così è la vita: non prende una direzione e la segue come fosse una linea retta.
E puoi anche vedere come gli alti e bassi sono vicini e connessi. Tendiamo a vedere gli eventi della nostra vita come separati, oppure uniti da chissà quale forza esterna che li determina. In realtà siamo fatti di alti e bassi: ogni basso ha in sé un principio di risalita e viceversa. Rimanere flessibili in questo flusso è alla base del benessere personale.
Hai disegnato la tua mappa? Ottimo!
4. TEMPO E SPAZIO DI ATTENZIONE
Prenditi un momento per guardare il lavoro che hai fatto e ascoltare quello che ti dice.
- Che cosa senti, che sensazioni ti dà?
- C’è qualcosa che ti sorprende, che non ti aspettavi?
- Puoi fare questo esercizio con colleghi, oppure con persone a te vicine, e condividere con loro sensazioni e pensieri.
Un’origine illustre
Questo esercizio ha una storia documentata.
David Sibbet, colui che ha dato dignità e metodo al linguaggio visuale in ambito lavorativo, insomma, il pioniere del visual thinking, ha fatto questo esercizio originariamente con il team di sviluppo della Apple Computer. Era il 1985 e la Apple impegnò trentacinque persone del suo staff in un percorso visuale che aveva un obiettivo preciso: far sì che i manager si assumessero dei rischi e agissero da leader. Apple stava entrando nel mercato con i primi computer veramente grafici e aveva bisogno che i suoi futuri leader visualizzassero la visione e la possibilità di renderla reale.
Sibbet parla di questa esperienza nel suo libro Visual Meetings: How Graphics, Sticky Notes and Idea Mapping Can Transform Group Productivity, disponibile anche nella versione italiana. Se ti interessa il tema “meeting visuali” questo libro di Sibbet è un’ottima referenza, è il punto di partenza per tutti coloro che hanno lavorato e pubblicato nell’ambito visuale.
Io però, per finire, ti introduco questo consiglio di lettura (che renderei obbligatorio):
H. Rosling, Factfulness – Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo e perché le cose vanno meglio di come pensiamo, Rizzoli, 2018
Compralo, leggilo, tienilo a portata di mano. È cibo per il cervello e un baluardo contro le immagini falsate della realtà. Uno degli errori cognitivi che affronta è proprio quello della linea retta, e della lettura degli eventi come qualcosa di lineare. Buona lettura!